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Coronavirus e genitorialità. Come tutelare i minori.

Avvocato matrimonialista, divorzista. Milano.

 

Coronavirus e genitorialità,

Come tutelare i minori.

Nella situazione difficile che stiamo tutti vivendo a causa dell’emergenza Covid-19 che ha completamente modificato le nostre abitudini di vita e ci ha messo a confronto con la dura realtà della fine della vita (non vi dico il numero di ambulanze che ho sentito mentre sto scrivendo questo articolo), la situazione dei genitori separati, divorziati e comunque divisi e dei loro figli è oltremodo difficile.

Con il susseguirsi di Decreti e Ordinanze, genitori e figli sono sempre più disorientati e nel caso delle famiglie altamente conflittuali il rischio che i già precari equilibri vengano oltremodo compromessi è la dura realtà.

Paradossalmente è ancora più difficile la situazione quando i figli sono preadolescenti o adolescenti.

Nel sentire comune gli adolescenti dovrebbero capire, sono “grandi per comprendere la gravità della situazione” e invece no. Ce lo dicono gli esperi di neuroscienze: “I giovani non hanno i lobi frontali sviluppati e faticano rendersi conto dei pericoli”.

Sappiamo che gli adolescenti patiscono più dei bambini l’isolamento fisico dai pari, dal gruppo e la mancanza di attività che costituiscono, in molti casi, non solo una valvola di sfogo ma anche un momento di confronto con loro stessi, penso allo sport, al gioco con i coetanei, alle feste ai ritrovi nei giardini.

 Così gli adolescenti manifestano un disagio che i genitori meno attenti interpretano frettolosamente come “maleducazione, “mancanza di rispetto “o, nei casi in cui gli atteggiamenti sono più plateali e/o distruttivi in “squilibrio”.

In questo momento difficile i genitori cercano aiuto e vogliono capire come gestire al meglio i figli, come fare per vederli, come proteggerli dall’altro genitore a rischio Covid-19, come fare a riportarli dall’altro genitore e, nell’emergenza, se sia possibile derogare ai provvedimenti del Tribunale a quelli del Governo e a quelli, spesso più restrittivi delle regioni.

Il susseguirsi di norme di questi giorni non aiuta certo ad orientarsi, vediamo quali sono i provvedimenti che si sono susseguiti in questi ultimi giorni.

Il 9 marzo 2020 con Decreto il Presidente del Consiglio dei Ministri ha esteso all’intero territorio italiano quanto già previsto per la C.D. zona rossa istituita in alcune province dal provvedimento dell’8 marzo 2020.

Tale provvedimento imponeva di «evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».

Con l’ordinanza del 20 marzo 2020 il Ministero della Salute ha infatti disposto che «nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza».

Successivamente, a distanza di due giorni, il Ministero della Salute e il Ministero degli Interni, hanno emanato una seconda ordinanza (22 marzo 2020) in forza della quale «è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute». Cosi tra le cause giustificatrici degli spostamenti non rientrano più quelle legate alle “situazioni di necessità”, quelle già contemplate nei precedenti provvedimenti.

Poi vi sono i provvedimenti regionali.

Lombardia e Piemonte con le ordinanze del 21 marzo consentono spostamenti per “ragioni di necessità” mentre vietano quelli per raggiungere le seconde case.

Successivamente il Governo in data 22.3.2020 ha previsto per «tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal comune in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute» mentre ha soppresso le parole “È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza» dal precedente D.P.C.M. 8 marzo 2020.

Con lo stesso provvedimento vengono confermate le disposizioni di cui al D.P.C.M. 11 marzo 2020 e quelle di cui all’ordinanza del Ministero della Salute del 20 marzo 2020 da applicarsi “cumulativamente” rispetto a quelle del D.P.C.M. 22 marzo 2020 e ciò fino al 3 aprile;

Torniamo al quesito inziale, in questo susseguirsi di regole, che appaiono anche contraddittorie, cosa possiamo i genitori separati si trovano in difficoltà?  Cosa possono fare?  Vale la normale routine di visite ai figli o tutto deve rimanere sospeso?

In attualità, nel sito del Ministero dell’Interno, nella sezione dedicata alle FAQ, la risposta che viene data rispetto alle visite ai figli riporta che “gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio.

Vi sono già alcune pronunce dei Tribunali che confermano che nulla deve essere cambiato rispetto agli accordi e ai provvedimenti vigenti tra le parti. Vuol dire che vanno rispettate le sentenze, i provvedimenti provvisori e gli accordi omologati il tutto però applicando il buon senso e la tutela della salute di tutti.

Tutelare la salute vuol dire evitare di mettere a rischio genitori immunodepressi o con patologie  respiratorie con il passaggio all’altro genitore,  sospendere le visite ai figli se si lavora in ambienti a rischio, evitare i contatti con i nonni e le persone anziane di famiglia, limitare le visite se si devono prendere mezzi pubblici o fare lunghi tragitti magari implementando i contatti attraverso video chiamate, abbiamo oramai una tecnologia che ci consente di fare videochiamate  da qualsiasi dispositivo mobile, utilizziamola per facilitare i contatti con i minori ma anche tra minori nel caso di fratelli divisi o amici e compagni di scuola  che non si possono incontrare.

In sintesi, in un momento di grave e conclamata emergenza, dove i minori più di tutti soffrono il cambiamento delle loro abitudini, è opportuno che i genitori mettano da parte il conflitto e facciano, insieme, gli interessi dei figli tutelando sia i minori che loro stessi, dandosi reciprocamente aiuto e conforto.

 

 

 

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