Matrimonio, Unioni Civili e Cognome:

La moglie può usare il cognome del marito? Gli uniti civilmente possono scegliere di usare il cognome comune? Cosa succede se si divorzia?

L’art. 143-bis del Codice civile prevede che la moglie può aggiungere al suo cognome di nascita, quello del marito.

La legge precisa che la moglie può mantenere il cognome del marito anche se rimane vedova e lo perde solo se passa a nuove nozze.

Il cognome acquisito diventa così un elemento costitutivo del nome, “un segno distintivo della persona ”.

Per le unioni civili, l’art. 1, l. 76/2016, comma 10, dispone che le coppie interessate possono decidere di assumere, per tutta la durata dell’unione civile, un cognome comune, scegliendolo tra i propri cognomi, mediante dichiarazione all’ufficiale di stato civile.

A seguito di tale dichiarazione, il partner il cui cognome non sia stato scelto come comune, può mantenere il proprio, scegliendo di anteporlo o di posporlo a quello comune. La Corte Costituzionale ha approfondito la questione ed ha ritenuto la norma conforme al principio di ragionevolezza, poiché limita temporalmente la conservazione del cognome comune alla durata dell’unione civile, evitando di prevedere una definitiva ed irreversibile variazione anagrafica come effetto della scelta compiuta dalle parti dell’unione civile stessa (Corte cost., sent., n. 212/2018).

Occorre considerare che mentre a seguito dello scioglimento dell’unione si verifica tout court la cessazione dell’utilizzo del cognome comune, riacquisendo ciascuna il proprio, nel matrimonio  la moglie può usare il cognome del marito – che ha aggiunto al proprio col matrimonio – sia durante lo stato vedovile e ciò  fino all’eventuale passaggio a nuove nozze mentre  lo perde in caso di divorzio salva espressa autorizzazione da parte del giudice ad utilizzarlo, “qualora sussista un interesse suo o dei figli meritevole di tutela” e ciò ai sensi dell’art. 5, L. n. 898/1970.

Avvocato Armando Cecatiello Milano familiarista a  Milano e Lugano