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Intervista Avvocato Cecatiello su separazione divorzio a Radio Lombardia

Intervista all'Avvocato Armando Cecatiello negli studi di Radio Lombardia. Separazione, divorzio e tutela patrimonio.

  • Amici di Radio Lombardia siamo in compagnia dell’avvocato Armando Cecatiello.

  • Buonasera!
  • È un piacere averti qui a Live Social per parlare di tutela del patrimonio familiare.
    Caro avvocato il tuo studio è lo Studio Cecatiello di via Aristide de Togni 20, Milano, dove si trattano anche queste problematiche. Nella maggior parte dei casi una separazione impoverisce le parti coinvolte; com’è possibile separarsi tutelando allo stesso tempo il proprio patrimonio?

  • Innanzitutto occorre rivolgersi ad un buon avvocato matrimonialista, specializzato, nel senso che comunque, anche se in Italia non è prevista espressamente la specializzazione, occorre trovare qualcuno competente che si occupi quotidianamente di questioni questo tipo, poi occorre vedersi non come ex e quindi nemici ma occorrerebbe vedersi come alleati come soci; quando ci si sposa le persone normalmente ci mettono un po’ di tempo, ci pensano e fanno anche un percorso; a volte fanno anche i corsi prematrimoniali. Separarsi vuol dire prendere del tempo e cercare in tutti i modi possibili di trovare un nuovo accomodamento per cercare di trovare una soluzione fattibile per tutti, perché farsi la guerra porta solo ferite per tutti.
  • Vero però, ai tempi del matrimonio quando era tutto bello, tutto felice, spesso magari si era deciso per la comunione dei beni: come possiamo avere una tutela anche con questa decisione?!

  • La comunione dei beni purtroppo viene fatta ancora, ma io la sconsiglio assolutamente. Chiaramente bisogna vedere nel caso concreto: la soluzione è difficile da dare così, generica. Occorre che chi decide, chi teme per il proprio patrimonio, per il momento in cui si vuole separare, che magari si consulti con un avvocato prima di lanciare la bomba della separazione.
  • Certo perché prima e meglio consultarsi e poi, come dire, presentare il problema all’altra parte.

  • Si, perché già è un problema la comunione dei beni; se poi viene gestito tutto insieme e in un momento di alta conflittualità potrebbe diventare veramente un serio problema.
  • Assolutamente sì. Tra le problematiche delle separazioni collegate poi alla tutela del patrimonio c’è l’assegno di mantenimento, che viene calcolato in che modo?

  • Bisogna verificare qual è il tenore di vita dei coniugi durante il matrimonio e soprattutto quello dei figli, perché poi si parla di mantenimento dei figli e del coniuge più debole. Anche qui, occorre fare molta attenzione: se devo difendere il coniuge più debole dirò, di solito sono le mogli, di cercare di recuperare tutti gli scontrini, tutte le fatture, tutto quello che giustifica un tenore di vita molto alto; quindi ristoranti costosi, auto costose, vacanze costose. Se devo tutelare il marito, gli dirò di cercare di abbassare un po il tenore di vita.
  • Quegli “scontrini”… non tirarli troppo fuori!

  • Assolutamente no; e soprattutto si fa un’analisi di quello che è il tenore di vita: molte persone purtroppo vivono al di sopra delle proprie possibilità, e quindi anche la prova di questa circostanza può abbassare l’assegno di mantenimento, nell’interesse di tutti, ma anche perché deve essere un assegno sostenibile; perché assegni eccessivi normalmente poi non vengono pagati.
  • Vero; e quindi non c’è beneficio né da una parte né dall’altra

  • Per nessuno.
  • Ma quando l’assegno non è dovuto solo ai figli ma anche al coniuge, come dirimere questa problematica?

  • Allora la problematica è anche stata da poco sottoposta alla Corte di Cassazione; bisogna valutare quello che il tenore di vita e la possibilità per il coniuge, per il coniuge più debole, di lavorare o non lavorare: nel senso che, nella misura in cui, in casi di matrimonio molto lunghi è la moglie che normalmente si occupa della famiglia, si è occupata a tempo pieno dei figli della famiglia; a questo punto iniziano ad esserci, ci sono, i presupposti per questo assegno, e l’assegno deve essere proporzionato sempre al tenore di vita in corso nel matrimonio; quindi bisogna fare una valutazione sulla possibilità della donna di lavorare o meno, e poi su quello che è stato il tenore di vita.
  • Ti faccio una piccola domanda che fuoriesce un attimo dal binario che avevamo intrapreso; una separazione spesso è anche sofferenza e più in fretta si fa e meglio è per tutti dal punto di vista emotivo; però queste cose hanno bisogno di tempo per essere valutate…

  • Sì, come avvocato io dico sempre che la separazione deve essere fatta su misura, e con un abito su misura per le parti; occorre prendere i tempi giusti per fare in modo che le parti riflettano veramente su quello che stanno facendo. A volte, presi dall’emotività, vi sono delle sottoscrizioni di separazioni consensuali che poi dopo 3 mesi già saltano, perché comunque prendere decisioni sull’onda dell’emotività non è mai una buona cosa; quindi bisogna prendersi i tempi giusti e affidarsi anche, ripeto, a uno studio legale specializzato.
  • Assolutamente sì. E un’altra grande problematica, un altro grande tema, è quello della casa della famiglia, che poi deve restare a uno dei due; come si assegna questa casa? La segue la proprietà?

  • No, assolutamente: la casa segue i figli; il giudice può assegnare la casa familiare solo in funzione del della prole quindi dei figli; quindi si farà una valutazione su quella che è la situazione patrimoniale della famiglia e la casa spetterà al coniuge che terrà di più i figli.
  • Certo e se non ci fossero figli? Questa è una mia curiosità

  • In questo caso la casa segue la proprietà. A quel punto nessuno dei due ha diritto alla casa se non chi ha la proprietà; molto spesso sono proprietari al 50%; a quel punto devono decidere o che uno la tenga o che vada venduta. Se no, continueranno a litigare anche su quello.
  • Certo, anche su quello: hanno già litigato su tutto… Ma c’è anche una tutela della parte che non riesce a tenere la casa?

  • In realtà è difficile; nella misura in cui una delle due parti è veramente in condizioni precarie il giudice potrebbe in via eccezionale, anche momentaneamente, considerare la casa come un valore, e quindi parametrare l’assegno anche su questo, nel senso di eventualmente dare un assegno più alto tenendo conto che il coniuge non avrà diritto alla casa e quindi dovrà procurarsi un’abitazione.
  • Certo però insomma abbiamo capito che bisogna usare la testa, e bisogna usare, come dire, delle decisioni ponderate in questi in questi casi.
  • Assolutamente.
  • L’avvocato comunque vi aspetta presso lo studio legale in via Aristide de Togni 20, a Milano, ed è raggiungibile attraverso la mail studio@cecatiello.it e telefonicamente al numero 02.2862Vi aspetta anche sul sito www.cecatiello.it dove trovate tutti i contatti, che sono visibili anche in sovraimpressione nel video della pagina Facebook Live Social di Radio Lombardia e anche sui social “Studio Legale Cecatiello” su Facebook e “armando_cecatiello” è invece il suo profilo di Instagram. Armando ti ringrazio per essere stato con noi; è stato un piacere chiacchierare con te. Vuoi mandare dei saluti particolari a qualcuno? Magari un messaggio finale per i coniugi?

  • Se dovete separarvi, fatelo bene. Questo, assolutamente.
  • Mi sembra un’ottima chiusura e allora con queste parole noi ci separiamo, giusto per qualche istante, perché poi torniamo a tenervi compagnia con altre storie e altre interviste, sempre su Radio Lombardia.