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Didattica a distanza: in aumento i casi di cyberbullismo e «zoombombing»

Didattica a distanza: in aumento i casi di cyberbullismo e «zoombombing»

 

 

Sono 121 i casi che nell’ultimo mese sono stati denunciati dalla Fondazione Carolina, una delle associazioni che monitora e combatte molestie e attività illegali sul web.

L’ultimo risale proprio a qualche giorno fa.

Un’insegnante, referente della legalità in un grande istituto comprensivo della Brianza, ha denunciato: «Stavamo facendo una video lezione di musica. Mentre ascoltavamo la Nona Sinfonia di Beethoven e parlavo ai ragazzi del messaggio di fratellanza universale racchiuso nell’Inno alla Gioia, abbiamo scoperto che, in quello stesso preciso momento, alcuni studenti chattavano tra loro con gli smartphone. Nel gruppo whatsapp segreto, dal quale erano esclusi gli insegnanti, i giovanissimi studenti – tutti tra i 13 e i 14 anni – stavano offendevano una ragazzina disabile, con insulti pesantissimi e irripetibili contro i suoi difetti fisici».

A segnalare tutto ciò è stata la mamma della ragazzina, in lacrime di fronte al computer collegato con la video conferenza e con l’insegnante che ancora stava parlando agli alunni.

« Insulti e parolacce irripetibili, pensieri e sentimenti che mai avremmo sospettato di trovare nei nostri allievi » – trattasi, come riferito dal Dirigente Scolastico – di una classe “modello” con studenti dalla media scolastica elevata.

Ma è appunto solo l’ultimo caso: la didattica a distanza sta facendo esplodere l’allarme cyberbullismo in tutte le classi virtuali d’Italia.

« Le segnalazioni ci arrivano da scuole, oratori, associazioni, società sportive e sono sempre più numerose » riferisce, nuovamente, la Fondazione.

Tra i 121 casi di cyberbullismo con vittime tra i ragazzi e 89 con vittime tra i docenti troviamo 9 casi di “sexting” e 4 di “revenge porn”; 23 i gruppi su Telegram in cui vengono diffuse indebitamente immagini di minori con anche un episodio di adescamento.

Tanto per chiarirsi:

Si indica con il neologismo sexting l’invio di messaggi, testi e/o immagini sessualmente espliciti attraverso internet ovvero in maniera ancora più celere smartphone.

Naturalmente, se le parti coinvolte sono maggiorenni e consenzienti, il sexting è legale.

L’invio di tali materiali a soggetti non consenzienti può invece configurare gli estremi del reato di molestie o stalking.

Il Revenge porn, invece, è la pornografia per vendetta: pubblicare su social network foto personali dell’ex partner per vendicarsi.

L’indagine «Giovani e Quarantena», promossa dall’Associazione Nazionale Dipendenze tecnologiche e Cyberbullismo, in collaborazione con Skuola.net, che ha intervistato 9.145 ragazzi tra gli 11 e i 21 anni ci aiuta a capire quanto l’utilizzo, eccessivo, della tecnologia avvertito come necessario per il 90% dei casi quale unico modo per mantenere un contatto con gli amici in questo periodo appaia comunque per nulla socializzante.

<< Stiamo rilevando – sottolinea Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione – laumento dei disturbi dansia e degli stati depressivi, scaturenti in veri e propri attacchi di panico, tra gli adolescenti >>.

Bulli Stop, il Centro nazionale contro il bullismo, ha lanciato un’iniziativa per far dialogare volti noti dello spettacolo con i ragazzi che stanno chiusi in casa: e ha già raccolto alcune denunce.

<< Martedì scorso in poco più di due ore, durante la diretta con Leo Gassmann, cantante vincitore della sezione giovani dell’ultima edizione di Sanremo, e i ragazzi di Bulli Stop, tre adolescenti si sono fatti coraggio e in privato ci hanno scritto per chiederci aiuto >> – spiega Giovanna Pini, presidente del Centro.

Anche Save the Children avverte: le misure di lockdown e di auto-isolamento stanno esponendo a gravi rischi i bambini, specialmente le bambine e le ragazze, come essere vittime del cyberbullismo.

 

E poi c’è l’ultima frontiera del bullismo online, lo «Zoombombing», ovvero le intrusioni durante le lezioni online, che « mette a dura prova il lavoro e la serenità dei nostri insegnanti e degli alunni durante le ore di didattica a distanza nel corso dellemergenza sanitaria causata dal nuovo coronavirus», come denuncia Rosa D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania durante il Webinar «Didattica a Distanza» che ha coinvolto gli alunni dell’istituto comprensivo «Can. Samuele Falco» di Scafati.

La stessa piattaforma Zoom, allertata dell’aumento dei casi, ha annunciato dal 9 maggio un aggiornamento per garantire maggiore sicurezza.

Per le videochiamate organizzate tramite PMI o Personal Meeting ID (il codice univoco che identifica la “stanza virtuale” di ogni account) sarà poi attivata una sorta di “sala d’attesa” così che se anche un malintenzionato o un utente non invitato dovesse entrare in possesso del codice non potrebbe far irruzione poiché il suo ingresso nella conversazione sarebbe comunque soggetto a un via libera.

 

Bisogna comunque sempre ricordare che linsulto e la violenza online sono considerati reati.

Sebbene, infatti, non esista nel nostro ordinamento una fattispecie unica che punisca tali comportamenti, nella loro interezza e specificità, ovvero che le forme, i luoghi e le modalità di manifestazione del bullismo possono essere le più varie e disperate, quest’ultime posso, tuttavia, scaturire in diverse forme di reato quali ad esempio: minacce, diffamazione, molestia o disturbo della persona, danneggiamento, percosse, lesioni.

Comun denominatore, resta tuttavia, il forte condizionamento dell’integrità psico-fisica di chi la subisce.

Quando parliamo di bullismo, ripetiamo, facciamo riferiamo ad un insieme di atti di intimidazione, sopraffazione, oppressione fisica e psicologica, commessi in modo del tutto volontario da un soggetto (prevaricatore) nei confronti di altro soggetto più debole (vittima).

Come abbiamo già anticipato tali comportamenti rientrano, molto spesso, nell’alveolo dei reati perseguiti e puniti dal codice penale e, quindi se denunciati, finisco per aprire procedure di competenza del Tribunale per i Minorenni.

Tuttavia, qualora il cd. “bullo” avesse meno di quattordici anni ( quindi soggetto non imputabile) può essere effettuata una segnalazione al Questore, chiedendo che quest’ultimo intervenga con un ammonimento.

Il Questore infatti, effettuate preliminari indagini volte a verificare la veridicità del narrato, convoca l’infraquattordicenne, unitamente agli esercenti la responsabilità genitoriale e lo ammonisce oralmente, invitandolo a cessare i propri agiti ovvero a tenere una condotta conforme alla legge. Di tale incontro viene redatto specifico verbale.

I dati restano comunque estremamente  allarmanti.

In ultima analisi appare, altresì, interessante il dato circa la personalità del minore vittima e/o autore di tali fattispecie criminose.

Dallanalisi dei campioni esaminati sembrerebbe del tutto scisso da variabili quali: provenienza etnica, status economico, incensuratezza e ambito familiare, e destinato a subire un drastico aumento.

Lo Studio Legale Cecatiello consiglia i propri assistiti per la migliore gestione dei procedimenti penali minorili.

 

 

Studio Legale Avvocato Cecatiello, Milano. Avvocato matrimonialista, avvocato divorzista, specializzato in diritto di famiglia, diritti dei minori, penale minorile. Contattaci.