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Noi genitori, supereroi nell’emergenza.

Noi genitori, supereroi nell’emergenza.

Oggi non voglio parlare di situazioni al limite ma delle famiglie unite, coppie che si vogliono bene e pensano ancora ad un futuro insieme ma che sentono che la situazione in casa  sta diventando davvero complicata.

Mi piacerebbe se tutti riuscissero a prendersi un attimo e proprio in questo momento difficile, facessero una breve riflessione per il benessere dell’intera famiglia: figli e genitori.

Come genitori ci viene chiesto uno sforzo notevole: dobbiamo stare a casa, lavorare in smart working, accudire i figli, sostituirci agli insegnanti.

Essere madri e padri oggi, in questa primavera 2020, vuol dire fare almeno tre attività contemporaneamente: genitori, insegnanti e lavoratori.

Sono tutte funzioni importantissime che nella normalità vengono svolte o da persone diverse o in momenti e tempi diversi.

Questa emergenza ci impone di fare tutto, dobbiamo passare dal computer ai compiti, dai compiti al divertimento, quanto è importante mantenere allegri i figli, alla cucina, poi si deve pulire organizzare e anche procurarsi il cibo con l’incubo di code e liste d’attesa per i supermercati on line.

Molti di noi arrivano a puntare la sveglia alle 4:00 del mattino per fare la spesa con le app o cercano, attraverso amici e parenti, con manovre da carbonari, l’indirizzo email o il numero di chi fa le consegne a domicilio.

Nessuno di noi, solo quaranta giorni fa   si svegliava con l’incubo di non avere abbastanza latte per la settimana o con la paura di sprecare il cibo o rompere un accessorio per poi dover far fatica a ricomprarlo. Ho un costoso smartphone a noleggio, mi è caduto e ha lo schermo rotto, ogni volta che lo vedo mi pento delle volte con cui l’ho appoggiato su superfici improbabili con leggerezza e e tutte le volte che mi è caduto anche in malo modo ma non gli è successo nulla. Due mesi fa se l’avessi rotto in poche ore ne avrei avuto uno nuovo, domenica e feste comprese.

Ora tutto è complicato e non è più così veloce e semplice come eravamo ben abituati e così mi tengo lo schermo rotto contento di poter comunque utilizzare il telefono.

E poi ricordiamoci che in assenza della scuola, delle attività ludico sportive e delle merende dagli amici non abbiamo un attimo di tregua dai figli.

Le scuole, gli insegnanti stanno facendo il possibile, ma con i figli più piccoli, quelli che non possono essere lasciati davanti a un monitor per tre –  quattro ore, la scuola diventa un incubo,  si traduce in compilazione di schede, ricerca di file sui portali traballanti,  caccia ai video su YouTube ( con le stringhe sbagliate), esorbitanti chat con gli altri genitori per capire cosa fare e dove trovarlo in assenza dei libri rimasti a scuola,  il tutto  mentre la connessione si interrompe, la stampante si inceppa e finiscono carta e inchiostro che non si pensava fossero così utili in una  casa.

Tra le mura domestiche  marito e moglie , sebbene siano 24 ore insieme, faticano a parlarsi, comunicare diventa difficile per le continue interruzioni dei figli, nessuno svago, nessuna possibilità di fare attività fuori casa (teatro, cinema cene a due in ristorante, passeggiate  … sembrano ricordi dell’infanzia)  e anche le coppie più affiatate litigano: litigano per chi deve far fare i compiti al figlio che vorrebbe vedere la TV tutto il giorno, per chi deve andare a fare la spesa, per chi sporca e chi pulisce.

Spesso si litiga perché entrambi vorrebbero uscire per fare la spesa, un momento che viene visto come una liberazione, salvo poi rimanere in coda bardati per ore temendo l’alito di quello dietro che, ignorante in matematica, non sa misurare il metro salvifico.

La frustrazione di chi ha figli viene anche dai numerosi amici, single incalliti o coppie di ogni età che hanno deciso di non volersi riprodurre o hanno figli già grandi e indipendenti, che pontificano sulle chat del dodicesimo libro letto, dei balletti della Scala sul web, dell’apertura dell’ennesimo museo on line, del corso di Harvard che hanno seguito gratuitamente e sono diventati esperti di statistica. Tutti infettivologi diplomati su Facebook, rilassati dal nuovo assetto lavorativo, detossificati dai centrifugati allo scalogno e dalle tisane della Paltrow, in perfetta forma grazie alle ultime app di yoga e ginnastica da fare in casa.

Il tutto mentre scopri di aver mangiato, senza accorgerti, mezzo kilo di Nutella mentre cercavi di far leggere a tuo figlio la storia della paperetta, che diventa improvvisamente analfabeta mentre  era perfettamente in grado di leggere le impossibili istruzioni di un drone e così  ti senti come quei polli nelle gabbietta che hai visto nel documentario di Netflix  pro-vegan.

Voglio spezzare una lancia in favore di noi genitori “in carica”, siamo bravissimi, ci siamo adattati ad una situazione di emergenza e stiamo facendo il meglio per i nostri figli.

Gli amici psicologi mi dicono che grande motivo di stress è l’incertezza, la mancanza di informazioni rispetto a quando tutto questo potrà finire.

Senza una data certa siamo tutti possibili vittime dell’ansia, a caccia di notizie positive o metodi per evitare il contagio mentre basta stare a casa.

Questo non ci fa bene, non ci fa bene dover costantemente selezionare le notizie che riceviamo da innumerevoli fonti tra vere, false, allarmistiche o complottistiche.

Prendiamoci una pausa dai social. Facciamo un esercizio semplice: per ogni ora di news cerchiamo sette ore di risate, divertimenti: per l’economia della giornata e per rispettare la proporzione consiglio massimo 15 minuti di notiziari.

Iniziamo a fare cose semplici, giochiamo per terra con i nostri figli, insegniamogli a fare le capriole sul tappeto della sala ma anche a fare “le faccende di casa” iniziamo con le piccole cose, apparecchiare, sparecchiare, pulire la cassetta del gatto.

Con i più piccoli impastiamo, mescoliamo, cantiamo, inventiamo giochi e ritornelli, facciamo la gara di urla e rutti (io non la faccio … garantisco).

Ritorniamo tutti bambini e cerchiamo di darci un po’ di tregua, dobbiamo volerci bene. Non si possono controllare le mail al mattino da subito, appena svegli e poi in continuazione fino a quando non ci si addormenta stravolti. Limitiamo gli accessi, non siamo fatti per essere bombardati da informazioni, mail, telefonate, SMS e WhatsApp, incluse le chat e messaggi su almeno quattro piattaforme social, non vaghiamo per casa con il tablet o il telefono non portiamoceli a letto.

Siamo umani non macchine, ricordiamoci che già stiamo facendo almeno tre cose contemporaneamente i genitori, gli insegnati e i lavoratori e, a ben vedere molte di più siamo diventati tutti cuochi, colf, fattorini, esperti di reti e programmatori, gestori di magazzini per i freschi!

Prendiamoci una pausa, mettiamo con serenità i figli davanti a un film o a un cartone animato (possibilmente adatto alla loro età) che ci garantisca almeno 60 minuti di pace e, senza sensi di colpa, cerchiamo di leggere un libro, ascoltare della musica magari fare qualche esercizio di ginnastica. Parliamoci tra adulti, chiediamoci come stiamo, se abbiamo bisogno di aiuto, di un abbraccio.

E smettiamola di pensare, di rimuginare di attendere una notizia che ci dia speranza, siano qui, ora e stiamo tutti bene, questo è l’unica cosa importante.

Presto tutto questo finirà e concediamoci di vivere con la consapevolezza che stiamo facendo il nostro meglio per i nostri figli e per noi stessi.

 

 

 

Studio Legale Avvocato Cecatiello, Milano. Avvocato matrimonialista, avvocato divorzista, specializzato in diritto di famiglia, diritti dei minori, penale minorile. Contattaci.